Oratorio Confraternita S Domenico E Cristo Risorto

Cosa vedere a Savona: San Domenico | © Archivio visitsavona Cosa vedere a Savona: San Domenico | © Archivio visitsavona
L'Oratorio della Confraternita di San Domenico e del Cristo Risorto si trova al crocevia di due strade con origini molto distanti tra loro: una, via Pia, medievale, e l’altra, via Paleocapa, ottocentesca.

La storia di questo edificio è indissolubilmente intrecciata a quella delle Confraternite che ospita al suo interno, e facendo un ulteriore passo indietro, con la Chiesa della Santissima Annunziata, parte integrante del monastero delle monache agostiniane.
La sua storia è antica e affascinante: nel 1604 iniziavano i lavori di costruzione della chiesa, che avrebbe ospitato al suo interno le liturgie delle monache. Il 13 giugno 1887 le monache furono trasferite all'interno di una nuova sede: Palazzo Gavotti di Legino. Il convento venne così in parte distrutto e in parte trasformato in una scuola, mentre la chiesa rimase sconsacrata fino al 1906, anno in cui vi si trasferì la Confraternita del Cristo Risorto. Nel 1908 anche la Confraternita di San Domenico si trasferì e ancora oggi l’Oratorio le ospita entrambe.

La facciata principale è semplice e lineare, impreziosita solo da alcuni affreschi che ne scandiscono gli spazi e da una vetrata di forma semi ellittica. All'interno una decorazione fastosamente barocca è accentuata dalla struttura ad aula unica che abbraccia il visitatore, facendogli godere di una visione d’insieme straordinaria. Tutto l’oratorio è un luccichio di stucchi, affreschi e marmi policromi. L’interno è ulteriormente arricchito da notevoli opere d’arte: tra le più importanti l’altare settecentesco di Domenico Parodi, la cassa processionale di Anton Maria Maragliano e quella di Antonio Brilla.

Le due casse sono di particolare rilievo: la prima, raffigurante “L’Annunciazione”, è considerata una delle opere più pregevoli dell’artista; la seconda, “La Deposizione nel sepolcro” è una delle più pesanti casse che vengono ancora portate in processione: pesa infatti 17 quintali e per sollevarla servono 24 uomini.
Da notare ancora è l’organo: realizzato nel 1757 dai fratelli Concone, viene suonato ancora oggi in occasione di concerti di musica sacra.

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