Oratorio dei santi Giovanni Battista, Evangelista e Petronilla
La nostra attenzione, però, viene immediatamente catturata da quattro mirabili casse lignee, tre della quali realizzate dal noto artista genovese Anton Maria Maragliano e una da Filippo Martinengo; esse raffigurano rispettivamente: Cristo alla colonna, L’orazione nell’orto, Cristo spirante e La promessa del Redentore. I quattro gruppi lignei vengono portati in processione il Venerdì Santo dai confratelli che indossano una cappa bianca con nastri rossi, divisa ufficiale dal 1826.
L’unione delle confraternite dei Santi Giovanni Battista ed Evangelista risulta già in atto nel 1526, anno nel quale avevano sede nella zona del Priamar; in seguito viene aggiunto al culto Santa Petronilla. Con la costruzione della Fortezza per volontà dei genovesi, tutti gli edifici religiosi della zona vengono distrutti e riedificati successivamente; uno di questi è proprio l’oratorio in questione che nel 1546 viene eretto accanto al complesso francescano. Nel 1650 un incendio distrugge l’edificio, che viene poi ricostruito e nel XVIII secolo raggiunge il massimo splendore, grazie alle decorazioni apportate e all'aggiunta dei bellissimi gruppi lignei. Nel 1887 venne definitivamente espropriato per assecondare l’ampliamento urbanistico che stava subendo la città. Oggi di questa sede rimangono soltanto il sovrapporta in ardesia raffigurante “La Madonna tra i Santi Giovanni Battista ed Evangelista” e un rilievo marmoreo con “San Giovanni Battista e una Santa”.
La confraternita, espropriata della propria sede storica, si vede costretta a ricostruirne una nuova l’anno seguente, nel 1888. Il progetto studiato rispetta il più possibile la forma e le dimensioni del vecchio oratorio, in modo da poter ospitare al suo interno le opere d’arte possedute. La facciata viene decorata nel 1891, anno nel quale vengono aggiunti stucchi e statue con San Giovanni Battista e Evangelista, due dei tre santi ai quali è intitolata la confraternita.